Blocchi di pietra dagli occhi enigmatici. Hanno visto un mondo che solo le piramidi d’Egitto conoscono. Pugilatori e arcieri di bronzo, silenziosi guardiani di Monte Prama, colossali nelle loro dimensioni e ancora più grande il significato che si cela dietro queste sculture.
Come per la gran parte della produzione statuaria sarda dell’antichità, anche durante la costruzione dei Giganti di arenaria, per gli artigiani dell’era nuragica non è stato necessario scendere nei particolari.
Poche linee per marcare un volto vecchio di migliaia d’anni, il segno dei capelli e poi degli abiti ed ecco gli immensi scudi, guantoni da pugile e archi: i giganti esprimono tutta la loro indole guerriera, determinata, imperscrutabile che accompagna ogni buon guardiano di tombe.
Risvegliati dall’accidentale incontro con un aratro nel 1974 intorno a Mont’e Prama nell’agro di Cabras, da quel momento i Giganti sono stati protagonisti di lunghi lavori di restauro che li hanno portati a girare per la Sardegna, prima a Sassari per il restauro effettivo e poi a Cagliari passando per Cabras, loro “città natale”.
Dal 2014 sono protagonisti di mostre ed eventi che hanno diviso il gruppo dei 38 colossi alti più di 2 mt fra il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e il Museo Civico di Cabras, così da poter essere presenti sia nella loro terra natale che nel capoluogo della regione. Oggi l’enigma dei giganti è diventato il simbolo della civiltà nuragica nel mondo.